Provo una sensazione strana quando leggo i tuoi post: qui il quotidiano posato su un letto di foglie metropolitane che muta poi in considerazioni etico politiche. Altrove la tua cultura mitteleuropea che dalle sponde dell’Atlantico s’infrange sul cuore del Danubio e sei tu riflessa nel tuo alter ego e chissà quante altre donne. Sei “la ritmica circolare che vaga e ritorna”, l’ombra che fugge dal quadro o il bacio mancante per definire la vita? Bisogna lasciar passare l’onda emozionale di un coito intellettuale per poter capire, ma se tu parli di Amore e lo scrivi con il maiuscolo apri una ferita che è un abisso, una foiba piena di cadaveri gettati là dentro per paura di conoscere. Spesso gli assassini sono più vicini di quanto tu possa immaginare.
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Colloqui moderati per forza di cose.