Filosofia era la materia che scelsi per il mio orale alla maturità classica del 1969; Heidegger fu l’argomento di una mezzora memorabile, esplosiva con il membro esterno di commissione che evidentemente odiava il filosofo tedesco. “Il modo di essere della verità e la presupposizione della verità” diventò il campo di scontro: ricordo bene…
Nel cielo stanno cominciando a passare con imbarazzante frequenza meteoriti come frammenti di vite in comune. Io adesso mi sento smarrito.
Nella seconda di copertina del testo di Pirandello UNO NESSUNO E CENTOMILA scrissi 39 anni fa: “Noi presupponiamo la verità non come qualcosa che stia “al di fuori” e “al di sopra” di noi e a cui noi ci rapporteremmo come ci rapportiamo ad altri “valori”. Non siamo noi a presupporre la “verità”, ma essa è ciò che rende ontologicamente possibile che noi possiamo esser siffatti da “presupporre” qualcosa. E’ la verità che rende possibile qualcosa come il presupporre.”
M.HEIDEGGER-ESSERE E TEMPO
Il libro si trova nella biblioteca di casa a Palermo, lo custodisce mia madre.
sabato 25 gennaio 2025
giovedì 23 gennaio 2025
I MIEI LIMITI -
Non ero partito così. Mi piaceva lo scambio, il mezzo, la gente, veder fluire le idee, conoscere anime. Mi piaceva ma non sono cieco o sordo e non ho mandato il cervello in ferie. Mi sono reso conto a poco a poco che questa dimensione virtuale era il succedaneo di quella reale, peggiorata da molti fattori. Ho cominciato a dirlo, a scriverlo…senza peli sulla lingua perchè non ne ho e molti in rete invece li hanno, e sono peli lunghi. Lo dico senza orgoglio ma con pacata rassegnazione, ho piena coscienza dei miei limiti. Resterebbero tali anche se venissi colonizzato da una febbre nuova e trascinante. Giungere alla conclusione che è impossibile salvarsi, ecco il concetto primordiale che si stampa alla fine della risma di fogli che la mia mente ha prodotto in questi anni.
domenica 19 gennaio 2025
MACIGNI
Tutti quelli della mia generazione sono diventati dei macigni, i migliori delle pietre rotolanti e come tali destinati a schiantarsi giù in fondo; rotolando abbiamo attraversato quasi tutto l’attraversabile e di fatto ci siamo allontanati da ogni cosa.
venerdì 17 gennaio 2025
21
Giochiamo quindi e allontaniamo la morte da noi, rimandiamola ad occasioni più serie, a quando non tireremo più voluminosi testi di greco sulla testa dei nostri interlocutori. Mentre leggevo pensavo al mio vocabolario di greco: un ponderoso Rocci che probabilmente ti avrei tirato dietro di rimando se fossi stato un altro ragazzo e non il silenzioso sognatore che ero. Mi viene da ridere e dura poco però perchè io in quella soffitta mi ci sono accomodato, i gradini li ho saliti tutti e mi sono accorto che nemmeno così si chiude il cerchio della vita. Che gli estremi, dopo essersi toccati, rimbalzano via lontano, l’intelligenza non paga, non abbastanza da modificare il tratto col quale tracciamo il cerchio. “La cura delle emozioni sfibrate e logore è solo nei gesti precisi e senza scampo” dici tu ma sono sicuro che quei gesti non li fai o almeno non con precisione, è un gioco anche quello, una cosa seria. E’ già la seconda volta che ti cito, la situazione sta trascendendo: dovrò preparare un piccolo prezioso libro di massime e citazioni tratte dal tuo testo base? Vado spesso il libreria, è una sensazione orgiastica, ma tra le tanti amanti che sono entrate e uscite dalle loro soffitte nessuna ha la tua “sfibrante” verità ( terza citazione). Fermo così.
mercoledì 15 gennaio 2025
Un segno
Non è vero che si scrive sempre per qualcuno, per gli altri. Si scrive anche per se stessi, per andare in profondità a cercare la parte più vera, quella fragile, quella difettosa, quella che fa paura. Si scrive per restare in equilibrio sulle righe dei pensieri, per trovare un centro, per cercare risposte, per vedere le contraddizioni. Per ritrovarsi interi dopo un percorso che non finisce mai alla fine del foglio, ma continua tutto nella testa, negli occhi e si adagia sul cuore. Si scrive su carta, in rete, si scrive di giorno e di notte, si scrive in silenzio o nel chiasso più tremendo. Scrivere è un incantesimo, lo è sempre stato.
DALLA RETE, O QUASI
lunedì 13 gennaio 2025
In un futuro non troppo lontano
Ho finalmente guardato dal ciglio del mio territorio ed ho scoperto che è senza confini e che è mio solo per uno scherzo ludico: è nostro! Di tutti e di nessuno. I totem del nostro pensiero politico, sociale, culturale, i piccoli grandi segni delle nostre consuetudini giornaliere, i nostri amatissimi tic e le parole, infine, le nostre note personali e inconfondibili…confuse anch’esse.
sabato 11 gennaio 2025
7
Io qui scrivo anche delle mie sconfitte anzi a ben guardare sono esse le vere protagoniste di questo blog; la non riuscita, i tentativi a metà e, infine, la grande malinconia dei sogni solo sfiorati ma mai stretti tra le mani.
In certi casi ho pensato, prima di mettermi alla tastiera, di provare a fingermi un’altra esistenza e altre dinamiche: chi potrebbe mai sapere veramente di me? La rete è piena di falsi narrativi e intellettuali, di castelli incantati pronti a crollare al primo alito di concretezza vitale. Ma non ci riesco, scrivo della mia mediocrità immaginando l’assoluto: se non potessi farlo più sarei privato di uno dei pochi sfoghi esistenziali che mi sono rimasti.
Tutti post che ho scritto negli anni parlano di questo, sono io, credo che voi mi leggiate per questo.
giovedì 9 gennaio 2025
SI VIVE O SI MUORE-
e mi disperde in mille rivoli mentali
e in mille attenzioni ineludibili:
sembrano tutte fondamentali
quasi che tralasciarle significhi, ipso facto,
perderle per sempre.
Non è così che va il mondo,
a volte ritornano più vere e definite di prima,
altre scompaiono nell’acqua indistinta dove
non è possibile dare loro adeguata sepoltura.
In questo caso aspetto:
mi dico che ho ancora tempo davanti,
lungo e aperto quanto quello già lasciato alle spalle.
Si vive di incredibili menzogne. Oppure si muore.
martedì 7 gennaio 2025
8
Le immagini parlano per tutti e ognuno ci infila il suo proprio significato, il mio testo ha un marchio di fabbrica che ne limita grandemente la fruizione. Va bene lo stesso, non potrei fare diversamente. Sospendiamoci.
sabato 4 gennaio 2025
25
Provo una sensazione strana quando leggo i tuoi post: qui il quotidiano posato su un letto di foglie metropolitane che muta poi in considerazioni etico politiche. Altrove la tua cultura mitteleuropea che dalle sponde dell’Atlantico s’infrange sul cuore del Danubio e sei tu riflessa nel tuo alter ego e chissà quante altre donne. Sei “la ritmica circolare che vaga e ritorna”, l’ombra che fugge dal quadro o il bacio mancante per definire la vita? Bisogna lasciar passare l’onda emozionale di un coito intellettuale per poter capire, ma se tu parli di Amore e lo scrivi con il maiuscolo apri una ferita che è un abisso, una foiba piena di cadaveri gettati là dentro per paura di conoscere. Spesso gli assassini sono più vicini di quanto tu possa immaginare.
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